Impiantistica sportiva per Arrampicata Sportiva e la Valutazione di Incidenza Ambientale

Sembra una banalità, infatti è una cosa del tutto logica pensare alle vie ferrate, teleferiche e alle vie di arrampicata sportiva come impianti sportivi all’aperto. Per creare percorsi di questa tipologia è infatti necessaria l’installazione di ancoraggi, cavi metallici, gradini e strutture artificiali di vario genere. La definizione fa rientrare questo tipo di percorsi nelle attività costruttive di ingegneria civile (es. ATECO 42.99.09) e, a maggior ragione se ci sono fondi pubblici dietro o un Comune che paga, obbliga le amministrazioni ad attuare una serie di procedure per mettere in regola i percorsi dal punto di vista legale, per tutelarsi e per certificarli e assicurare la struttura.

Nel corso degli anni, più persone si sono avvicendate a Cala Gonone [Dorgali (NU)], un’area attualmente protetta appartenente alla Rete Natura 2000, e hanno attrezzato le pareti con ancoraggi mediante il trapano, di propria iniziativa, creando numerosi itinerari di arrampicata sportiva.

Il problema è che il Comune di Dorgali, non sapendo chi le aveva installate, il come e la qualità del materiale utilizzato (visti inoltre numerosi incidenti accaduti per rottura ancoraggi sul mare) ha deciso, coraggiosamente secondo me, di fare ufficialmente qualcosa.

Grazie a fondi pubblici, qualche mese fa ha fatto un Bando di Gara per il posizionamento e la sostituzione degli ancoraggi di 8 siti di arrampicata sportiva di Cala Gonone. Trattandosi di un lavoro pubblico il Comune ha seguito il Codice dei Lavori Pubblici, come richiesto legalmente per lavori di questo tipo, ed ha perciò fatto realizzare il progetto da un ingegnere iscritto all’albo e affidato il lavoro per l’esecuzione ad un’impresa edile provvista di una guida alpina e operatori abilitati ai lavori su fune. Poiché l’intervento era situato in un’area protetta, ovviamente tutto il progetto è stato dovuto affiancare da una Valutazione di Incidenza Ambientale, redata da un professionista laureato, che è stata infine approvata dall’Assessorato Difesa all’Ambiente.

In questo caso gli ancoraggi precedenti verranno eliminati e sostituiti dalla ditta abilitata a certificare il lavoro, facendolo secondo regola d’arte, che si prenderà le sue responsabilità in caso di cedimento.

La gara si è chiusa a Febbraio ed è ormai affidata. Speriamo che abbiano previsto anche un programma di manutenzione regolare, non avvengano più incidenti e che i praticanti possano arrampicare serenamente, senza la paura di cedimenti di ancoraggi improvvisi.

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