Promozione dell’ambiente e fattori perturbanti …perdita di biodiversità?

La promozione dell’ambiente può talvolta essere inclusa tra i fattori perturbanti dell’ambiente se non viene effettuata una corretta Valutazione di Incidenza Ambientale, un procedimento importante da applicare nelle aree protette della rete Natura 2000 prima di eseguire qualunque azione antropica.

Quando l’albero nella foto fu tagliato nel 1891, circa il 70% del mondo aveva ancora integri i suoi habitat, compresi quelli legati agli alberi e ai boschi. Le sequoie giganti venivano tagliate senza porsi tante domande e la colossale sezione presente nella foto venne presa dal Mark Twain tree, un albero alto 100 m che si presume nato nel 597 A.C.

Attualmente, nel 21° secolo, possiamo tristemente asserire che sono rimasti integri solamente il 40% dei nostri originari habitat. Guardandoci indietro, nella nostra storia, vediamo finalmente le minacce per le specie, ci accorgiamo del rischio di estinzione a cui sono soggette specie di interesse conservazionistico e comunitario, e di avere adottato, sino ad ora, errati piani di gestione. Le risorse naturali non sono infinite. Abbiamo cosi scoperto che la promozione e valorizzazione dell’ambiente deve andare di pari passo con la sua tutela e conservazione. Quegli alberi che un tempo venivano considerati solo come (tanta) legna da ardere ora sono diventati “monumenti naturali”, venerati per la loro solennità e per la storia vissuta che portano nella loro linfa e trasmettono attraverso la maestosità dei loro tronchi.

La sensibilità ambientale del nostro secolo nasce dalla consapevolezza degli errori effettuati.  Le protezioni legali riconoscono ora una tutela per gli habitat e le specie più a rischio, mettendo in luce le minacce per le specie e la necessità di piani di gestione mirati e, nella realizzazione di nuove opere, di una valutazione di incidenza ambientale. Quello che si poteva fare prima ora non si può più fare, semplicemente perché le condizioni originarie sono cambiate. L’adozione in Sardegna di un Piano Paesaggistico Regionale e del Piano Forestale aiutano attualmente a guidare le attività antropiche verso il contenimento della perdita di biodiversità e l’incremento della “risorsa Ambiente”, potenziale volano per il turismo outdoor, naturalistico e il turismo attivo.

Queste attività turistiche che si svolgono all’aria aperta rivestono un altro ruolo importante che và al di là dell’aspetto economico: quello di avvicinare le persone alla Natura. Aspettiamoci quindi un futuro con più attività ludiche all’aperto per tutti coloro che abitano nelle città e chissà che per il 2100, quando la popolazione raggiungerà secondo le previsioni gli 11 bilioni di abitanti, non nasca una nuova coscienza che porti a vivere in maggiore armonia con gli elementi naturali.

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