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Turismo sostenibile e Percorsi avventura

quando il desiderio di avventura si accompagna a quello di viverlo negli spazi aperti

Turismo sostenibile e Percorsi avventura

Esiste la possibilità di creare in autonomia dei percorsi avventura e può il turismo sostenibile essere promosso attraverso questi percorsi? Intanto cerchiamo di comprendere cosa si intende in questo caso per percorsi avventura. Si tratta di percorsi costruiti in ambienti naturali che prevedono dei tratti allestiti con varie installazioni, inserite per la sicurezza in caso di caduta e aiutare la progressione. Alcuni di questi vengono chiamati anche itinerari di Scrambling & Abseiling, dall’inglese scramble, arrampicare, e abseil, calarsi dalle pareti con le corde, ma forse sarebbe più giusto chiamarli percorsi attrezzati.

Nella scala CAI delle difficoltà della sentieristica (talvolta confusa con quella escursionistica), riconosciuta ufficialmente in Italia, ricadono nelle categorie sentieri alpinistici, sentieri attrezzati e via ferrata o attrezzata, con difficoltà EE o EEA. Se poi richiedono anche delle calate su corda con l’uso di ulteriori attrezzature alpinistiche, allora a queste difficoltà si aggiungono quelle della scala per l’arrampicata e và sempre aggiunto che il percorso è alpinistico oltre che sentieristico.

Non è un segreto che diversi appassionati, individuando un percorso complesso in un ambiente naturale, decidano di allestirlo con funi metalliche, staffe, altri manufatti, magari autocostruiti, forando la roccia e cementando ancoraggi. La domanda se questi percorsi possono essere utili per promuovere il territorio e se si parla in questo caso di turismo sostenibile è lecita. Nel tempo sono sorte molte perplessità. Il fatto che tali itinerari vengano promossi da appassionati non dà sicurezza sul fatto che chi li ha realizzati abbia la necessaria professionalità per garantirne la sicurezza e che non si sia davanti a degli illeciti.

Citiamo tre casi recenti di marzo 2020 in Sardegna che hanno comportato l’intervento degli enti pubblici. Il Monumento Naturale Regionale Monte Pulchiana (Tempio – SS), è stato istituito da un decreto regionale che indicava chiaramente che era vietato inserirvi delle installazioni fisse, eppure sono state inserite da appassionati per crearvi un percorso avventura. Allo stato attuale sono intervenute le forze dell’ordine e le indagini sono state avviate. Il secondo caso è quello della teleferica di Neulavè, a Padru. Era un’attrazione molto conosciuta, realizzata da una associazione sportiva, e con una fune metallica e un tratto di via ferrata, attraversava la forra di Neulavè. Malauguratamente è risultata un abuso edilizio e non solo l’associazione ha dovuto pagare una elevata multa ma anche ripristinare lo stato dei luoghi, smantellando tutto. L’ultimo caso, per concludere, è avvenuto nella gola del Rio Flumineddu, nel Comune di Dorgali (NU). In questa località era stata ancorata una fune metallica lungo le pareti della gola e mediante delle teleferiche permetteva di passare da una parete all’altra. Anche qua è intervenuto il Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale sequestrando l’opera e facendola smantellare: non solo si è trattato di un abuso edilizio ma anche, poiché avvenuto in un’area protetta, di un reato penale.

Si può parlare di turismo sostenibile in questi casi?! E’ chiaro che in una politica di gestione autoreferenziale, lasciata agli appassionati, i primi a farne le spese sono i proprietari pubblici e privati che vengono gravati di costi di smantellamento, responsabilità e possibili incidenti. La costruzione di simili percorsi necessita di figure professionali adeguate come quella dell’ingegnere, del geologo e del naturalista, tese a verificare la sicurezza strutturale, quella geologica e quella ambientale. Una rete di qualità contribuisce all’attrattività di un territorio. I primi a trarne vantaggio in questo caso sono gli enti pubblici coinvolti nella promozione del territorio come i Comuni, le Comunità Montane, le Unioni dei Comuni. Altrettanto i soggetti privati che lavorano nel comparto turistico, che potranno vantaggiosamente aggiungere una rete di percorsi di qualità nei pacchetti che ciascun territorio allestisce per la promozione e commercializzazione locale.

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