Sardegna Speleologica, Siti di Interesse Comunitario e Piani di Gestione

Lo scorso 29 Ottobre si è svolta la consueta Assemblea annuale della Federazione Speleologica Sarda. Questa volta la presentazione dei lavori annuali è stata particolarmente interessante. I relatori partecipanti in qualità di membri del Direttivo sono stati Marco Marrosu, Tore Buschettu, Roberto Curreli e Giampaolo Merella.

La speleologia non è uno sport ma è materia di diversi Corsi di Laurea universitari. Con la Direttiva Acque e la Direttiva Habitat, la Comunità Europea ha riconosciuto la fragilità degli ambienti delle cavità naturali, elencandoli e codificandoli come habitat da proteggere e da inserire nella rete ecologica Natura 2000.

In Sardegna alcuni Siti di Interesse Comunitario (SIC) o Zone di Protezione Speciale (ZPS) sono costituiti solo da grotte e richiedono l’elaborazione di appositi Piani di Gestioni che devono essere elaborati da professionisti esperti di fauna e Chirotteri come i Naturalisti e i Biologi. La pratica della speleologia permette di avvicinarsi, solo per citare alcune materie, alla conoscenza dell’idrologia, della geologia, dei chirotteri, della biospeleologia. Un’attività che unisce alla pratica scientifica anche quella ludica. Grazie a questa attività ho imparato a eseguire rilievi topografici delle cavità, a muovermi in ambienti complessi, nell’oscurità, oltre che perseguire obiettivi comuni pur lavorando in gruppo.

La Federazione Speleologica Sarda (FSS) racchiude 30 gruppi speleologici della Sardegna e ha come obiettivo principale quello dell’esplorazione delle cavità della Sardegna. Attualmente gestisce, su incarico della Regione Sardegna, il Catasto Speleologico Regionale che racchiude 3711 cavità identificabili mediante schede catastali e rilievi topografici realizzati in seguito ad indagini di campo, rilievo e digitalizzazione. La fornitura dei dati ricavati grazie agli studi e alle esplorazioni, permette una valutazione ambientale accurata.

Uno dei successi maggiori del 2016 da parte della FSS e della speleologia sarda è stato quello di congiungere più grotte presenti nel canyon Codula di Luna.

Quello che è ormai definito il Complesso Carsico del Supramonte Orientale si è rivelato un sistema sotterraneo che con i suoi 70 km ha attualmente il primato di grotta più lunga d’Italia.

La storia della giunzione della Grotta del Bue Marino con la Grotta di Su Molente, la Grotta Su Palu e la Grotta di Monte Longos è stata infine scritta e pubblicata con l’ultimo numero di Sardegna Speleologica dato alle stampe e consegnato in occasione dell’Assemblea annuale. E’ il numero 29 del Settembre 2017, un numero importante perché è una monografia completa e, oltre che una storia avvincente, è un’opera di interesse scientifico sulle cavità.

Di Marco Marrosu

 

 

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