Non capita spesso di partecipare al restauro di un Anfiteatro Romano, soprattutto con un ruolo come quello di Naturalista Agrotecnico Laureato… ma questa è una di quelle eccezioni. Nei recenti mesi in collaborazione con il Dott. Forestale Carlo Poddi, abbiamo lavorato in questa location privilegiata proprio per contribuire al restauro di un’opera unica. Si tratta infatti di uno degli edifici più importanti costruiti durante la dominazione romana in Sardegna (Italia).
L’anfiteatro è inserito in una piccola valle naturale alle pendici meridionali del Colle di Buon Cammino, e fu realizzato tra il I e il II secolo dopo Cristo scavando nel costone roccioso della collina. Successivamente al 438 d.C., l’anfiteatro cadde in disuso e venne purtroppo parzialmente distrutto a causa dell’utilizzo come cava da parte dei conquistatori (bizantini, pisani, aragonesi) avvicendatesi dal periodo medioevale. La struttura poteva contenere circa 10 mila spettatori, circa 1/3 degli abitanti dell’antica Carales, e le gradinate, un po’ come a teatro, erano divise in ordini (imea, media e summa cavea) destinati alle diverse classi sociali: senatores, equites, plebei e schiavi.
Nel corso degli anni la città è decisamente cambiata e il monumento è stato inglobato nel tessuto urbano che, in cerca di modernità, ha quasi occultato agli stessi cittadini una struttura tanto antica quanto unica. La vegetazione ha ripreso i suoi spazi e le gradinate sono state ammantate da piante locali o meno che però, con le loro radici, hanno contribuito al degrado della roccia su cui era stata scavata la struttura.
Cosa fare? La risposta a questa domanda viene appunta fornita dal Dott. Marco Marrosu e dal Dott. Carlo Poddi, che si sono occupati prima di tutto di individuare le specie botaniche esistenti, stimarne l’importanza per la conservazione e successivamente di focalizzare l’attenzione sugli interventi di bonifica agronomica da effettuare. Una sensibilità e uno sforzo importante dell’amministrazione di Cagliari per cercare di trovare un equilibrio tra gli aspetti naturalistici e il restauro vero e proprio. Speriamo che a breve si possano quindi ripercorrere le gradinate dell’anfiteatro e percepire ancora una volta la sua storia, permeata da un’antica vita pervasa di lotte tra uomini e belve feroci.