Il Naturalista Marco Marrosu è stato invitato come relatore alla Conferenza Annuale sull’Escursionismo organizzata nel Centro Tecnologico di Pula il 21 maggio 2022 dall’Agenzia della Regione Sardegna Forestas, Parco Regionale di Gutturu Mannu e Club Alpino Italiano. La Conferenza Annuale sull’Escursionismo è un obbligo della Regione Sardegna, in quanto prevista dall’art. 11 del Regolamento Regionale della Sentieristica della Regione Sardegna (DGR 23/80 del 22 giugno 2021) ed è un evento molto importante per la pianificazione del Turismo Attivo e Turismo Esperienziale della Sardegna.
È attuata in forma di un convegno aperto al pubblico ed agli operatori e viene considerata un momento di confronto finalizzato a fare il punto sullo stato dell’arte, con le relazioni dei Tavoli Territoriali e del Tavolo Tecnico Regionale. L’intervento del Dott. Marco Marrosu è stato focalizzato sulle criticità e opportunità che questa attività di Turismo Attivo sta sviluppando attualmente sul territorio sardo. Infatti la Rete Escursionistica Regionale (rete e fruizioni) e il settore sono in grande e rapida “espansione” ed iniziano a sollevarsi diverse criticità.
Due gli interventi del Naturalista Marco Marrosu: “Le attività outdoor, opportunità e impatto sull’ambiente” e quello sul “Ruolo delle Guide Escursionistiche e professioni di accompagnamento montano”. Il primo ha messo in luce alcune criticità come la recente moda degli appassionati di costruire in autonomia infrastrutture alpinistiche, spesso in aree protette, senza alcuna autorizzazione e sicurezza, o quella legata al camminare dentro i corsi d’acqua nei periodi riproduttivi delle diverse specie e in siccità (acquatrekking, river trekking).
La relazione ha citato diversi casi di abusivismo come quello della Via Ferrata del Cabirol nel Parco Regionale di Porto Conte, della Via Ferrata al Castello Medusa di Samugheo o quello di altri percorsi con installazioni fisse misti, con discesa delle balze rocciose con corde come ad esempio Monte Arista e le Torri di San Pantaleo. Ma ha anche esposto le criticità legate alla riproduzione delle specie nei corsi d’acqua e al problema della potenziale trasmissione della epidemia della chitridiomicosi.
“Le Guide escursionistiche dovrebbero essere i primi custodi dell’ambiente” afferma Marco Marrosu “ma in realtà il mercato è stato saturato da persone che svolgono l’attività spesso senza le necessarie qualifiche e conoscenze, pensando solo al compenso economico, se in nero meglio”. Con l’intervento sul ruolo delle guide infatti il Naturalista mette in luce la “pericolosa” nascita di neologismi come scrambling, abseiling o escursionismo tecnico indicante la progressione su via ferrata o anche grotte rinominate “forre”, per mascherare da parte di chi accompagna con l’uso di attrezzature alpinistiche, speleologiche e di canyoning, l’assenza delle necessarie qualifiche riconosciute dalle leggi (guida alpina L 6/1989, guida canyoning professionale AIGC o ENGC L 4/2013, guida sportiva speleologica LR 20/2006).
“È un problema per i clienti, che in pratica non sono assicurati e rischiano la vita, e anche per l’ambiente.” asserisce Marrosu “Per l’accompagnamento con corde in outdoor la soluzione attualmente migliore per la Sardegna è quella di diventare “Aspirante Guida Alpina di 1 livello”: 800 ore (1 anno) di corso ed una abilitazione finale nazionale che consente l’accompagnamento e l’insegnamento di tecniche alpinistiche su roccia. È ora più che mai necessario” continua Marrosu “che la figura della Guida Alpina venga inserita nel Repertorio Regionale dei Profili di Qualificazione della RAS affinché gli Enti di Formazione possano portare avanti corsi finanziati standard ADA.23.03.06 e che vi siano controlli e punizioni severe per gli abusivi in modo tale che le Guide Escursionistiche oneste possano finalmente lavorare serenamente.”