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Aree Protette, Attività Alpinistiche e Valutazione ambientale. L’articolo sul metodo Marrosu / Balvis è pubblicato!

Installazioni permanenti dei percorsi "avventura" scrambling abseiling

Aree Protette, Attività Alpinistiche e Valutazione ambientale. L’articolo sul metodo Marrosu / Balvis è pubblicato!

E’ stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Geoheritage, Springer Editore, l’articolo sul metodo Marrosu / Balvis per la pianificazione delle attività alpinistiche nelle aree protette. Nell’articolo si parla anche delle installazioni permanenti per Scrambling Abseiling, Vie ferrate e altri percorsi avventura che necessitano di strutture fisse.

Il metodo è stato sviluppato dal Dott. Gian Marco Marrosu e la Dott.ssa Teresa Balvis e si è basato su dei dati ottenuti in Sardegna (Italia). E’ possibile leggerlo e condividerlo mediante questo link https://rdcu.be/b0QFG.

“Agrire con il doppio ruolo di Esperto e Consulente Senior sul Turismo Sostenibile e Attivo della AIPTOC e contemporanenamente come Naturalista” spiega il Dott. Marrosu ” mi ha permesso di affrontare la ricerca con una doppia motivazione, cercando di individuare non un metodo per proibire ma un metodo per valorizzare il territorio nel rispetto del contesto ambientale. La conclusione è che non conviene promuovere un territorio dove cavi e gradini dei percorsi sono inseriti senza alcun controllo da parte delle amministrazioni. E’ dimostrato che è decisamente pericoloso per tutti.”

Valorizzare il patrimonio naturale e geologico significa contribuire a creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile nel contesto del turismo ambientale, favorendo la diffusione del geoturismo.

La grande disponibilità di roccia affiorante presente in Sardegna (Italia) e il recente boom per il turismo attivo, hanno portato alla promozione delle attività alpinistiche e alla creazione di impianti sportivi finalizzati alla fruizione delle aree rocciose del territorio.

Molti di questi impianti e strutture sono stati e vengono progettati e realizzati su base volontaria, senza richiedere nessuna autorizzazione, sopra strutture rocciose come geositi o aree rilevanti dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, deturpando e danneggiando l’ambiente.

Come indicato dagli studi sull’avifauna, dalla IUCN e dallo stesso Club Alpino Italiano, tali impianti possono danneggiare l’ambiente se non adeguatamente regolamentati.

La ricerca del Dott. Gian Marco Marrosu e della Dott.ssa Teresa Balvis sviluppa un nuovo metodo per affrontare la pianificazione e la valutazione dell’impatto di impianti sportivi a carattere alpinistico come questi, con una particolare attenzione alle aree protette e ai geositi riconosciuti ufficialmente. Studiando quali modalità di fruizione siano compatibili con la tutela di un geosito e del suo habitat, senza trascurare la valorizzazione e la crescita economica del territorio.

Come indica Fabio Valentini (Mountain Wilderness) riguardo i sentieri attrezzati e le vie ferrate abusive “Non ci può essere nessun turismo attivo da far west, senza pianificazione e autorizzazioni, senza il controllo e la sicurezza. Costringere le amministrazioni comunali a caricarsi le responsabilità di costruzioni “fai da te”, eseguite da persone quasi sempre con poche basi tecniche e senza conoscenza culturale dell’ambiente non vuole dire “promuovere il turismo attivo”, ma solo mettere nei guai fruitori e mettere in cattiva luce amministratori.”

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