Il sito archeologico Nuraghe Sa Costa, “La Reggia”, verrà svelato: al via la pianificazione dello scavo con il Naturalista Gian Marco Marrosu
Il Naturalista Gian Marco Marrosu è nel gruppo di pianificazione per il lavoro di scavo del sito archeologico Nuraghe Sa Costa, “La Reggia”. La civiltà nuragica è la più antica d’Italia (1700-700 a.C. circa) e si sviluppò in tutta la Sardegna nel corso della media e tarda età del bronzo e nell’età del ferro. I nuraghi sono una delle sue massime espressioni e nonostante siano presenti circa 8000 di queste costruzioni nell’isola, ben pochi sono stati scavati completamente. Il complesso nuragico Nuraghe (Sa Reggia) Costa è situato presso Foresta Burgos e le Scuderie Costa, sulla sommità di una collina in territorio amministrativo del Comune di Burgos (Sassari). I sedimenti che si sono depositati nel tempo e gli alberi che vi sono cresciuti dentro hanno solo celato parzialmente le prospettive che gli archeologi riescono a intravvedere tra i ruderi e la terra.
“Il mio ruolo” specifica G. Marco Marrosu “è affiancare con la collega Teresa Balvis, gli architetti Massimiliano Campus e Francesco Spanedda nella pianificazione dei lavori di scavo data la grande importanza non solo archeologica ma anche naturalistica del luogo.” Il sito è infatti localizzato dentro un’area protetta europea di 15000 ettari circa e di grande pregio chiamata ZSC “Catena del Marghine e del Goceano” codice ITB011102. Si tratta di un esteso bosco a querce nel quale vivono numerose rarità sia di flora che di fauna.
Specificare le specie da tutelare durante lo scavo ma anche quelle da valorizzare nella fase successiva, aggiunge decisamente valore al futuro sito archeologico. Non è la prima volta che il naturalista Marco Marrosu si è trovato davanti a lavori nei siti archeologici. “Per me due lavori sono rimasti nel cuore: l’Anfiteatro Romano di Cagliari e il Villaggio Nuragico di Tiscali (Dorgali, Oliena – Provincia di Nuoro). Sono lavori che si svolgono in equipe, estremamente stimolanti dove le competenze di un professionista arricchiscono quelle dell’altro e dove dal confronto si cresce sempre.”
La sfida è quindi quella di riuscire ad effettuare lo scavo e preservare, nei limiti della sicurezza, non solo la bellezza ambientale del luogo ma soprattutto l’atmosfera di scoperta che attualmente si respira al succedersi di ogni passo in un bosco, non solo protetto ma fatato, tra cui traspaiono le vestigia di una civiltà vissuta circa 3000 anni fa.
