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Turismo sostenibile: presentato il nuovo metodo Marrosu / Balvis per la progettazione e gestione ecocompatibile delle attività sportive di arrampicata

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Turismo sostenibile: presentato il nuovo metodo Marrosu / Balvis per la progettazione e gestione ecocompatibile delle attività sportive di arrampicata

Il Dott. G. Marco Marrosu e la Dott.ssa Teresa Balvis presentano in Basilicata, nel Convegno SIGEAIl Patrimonio Geologico: dallo studio di base al geoturismo sostenibile”, un nuovo metodo per la valutazione dell’impatto ambientale generato dalle attività di arrampicata.

Il convegno è stato organizzato il 26/27 aprile 2018 a Sasso di Castalda dalla Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA), le cui finalità sono di favorire il progresso, la valorizzazione e la diffusione della Geologia Ambientale e di stimolare il coordinamento e la collaborazione interdisciplinare nelle attività conoscitive ed applicative rivolte alla tutela ambientale.

Valorizzare il patrimonio geologico significa contribuire a creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile nel contesto del turismo ambientale, favorendo anche la diffusione del geoturismo.

La grande disponibilità di roccia affiorante e il recente boom per il turismo attivo avvenuto negli ultimi venti anni nell’Isola Sardegna hanno portato alla promozione delle attività alpinistiche e alla creazione di impianti sportivi finalizzati alla fruizione delle aree rocciose del territorio.

Molti di questi impianti e strutture sono stati e vengono realizzati su base volontaria, spesso basandosi su finanziamenti e manodopera privati, su strutture rocciose come geositi o aree rilevanti dal punto di vista paesaggistico. Nel 2017 e nel 2018, alcune Associazioni Ambientaliste e Corpi di Vigilanza Ambientale, hanno svelato l’esistenza della pratica comune di inserire mediante il trapano installazioni permanenti sulle pareti per praticare le attività alpinistiche, senza richiedere nessuna autorizzazione.

Pur riconoscendo l’importanza delle attività alpinistiche per la crescita personale e l’avvicinamento alla Natura, lo stesso Club Alpino Italiano ammette che la pratica dell’arrampicata non è esente da impatto ambientale e ritiene che vie ferrate e sentieri attrezzati provochino grave danno all’ambiente e alla montagna e che l’uso di mezzi artificiali per l’arrampicata, che perforino la roccia, deve essere evitato o limitato (Bidecalogo CAI 20/4/2013).

I recenti sviluppi all’interno della I.U.C.N. verso l’adozione di un approccio che includa i valori più ampi della geodiversità e la posizione assunta dalla Comunità Europea mediante le Direttive “Habitat” 92/43/CE, “Uccelli” 2009/147/CE e “Acque” 2000/60/CE, mettono in luce che le attività sportive di arrampicata incontrollate sulle pareti, possono minacciare la biodiversità.

Cercando una soluzione per questo problema il Dott. G. Marco Marrosu e la Dott.ssa Teresa Balvis hanno sviluppato un metodo nuovo che permette la pianificazione, la gestione e la valutazione dell’impatto di questi impianti sportivi sul patrimonio geologico. Uno strumento utile per Comuni ed Enti per pianificare il turismo sostenibile e la gestione equilibrata di un’attività che può diventare aggressiva verso le specie, gli habitat e le aree protette. Il lavoro non poteva che essere presentato nella Sessione Geoturismo sostenibile, in modo tale da sottolineare non solo l’importanza di tutelare un geosito e il suo habitat, ma anche di valorizzare e aiutare la crescita economica di un territorio.

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